Immergersi nella musica di Salva Moreno occorre farlo con uno spirito libero e mai prevenuto. Soprattutto, non si debe pensare, non si debe paragonare, allora la magia viene da sé. Psicodreamics ama sognare, immaginare, comunicare solarità, colori... persino le tenebre nei suoi passaggi riescono ad essere “salvate”. “Azhdark Pasión” è un altro viaggio, questa volta interamente ispirato ad un libro della scrittrice fantasy Tanith Lee, “Night Master”, che ci porta a perderci in melodie dolci e delicate anche quando la drammaticità si fa evidente ...
... E’come avere a che fare con dei demoni ricoperti di fiori, se mi permettete la metafora, anche se non rende giustizia all’autore. Egli sa costruire la storia come se la sua musica narrasse con la voce anziché con le note, bravissimo nella scelta e nell’uso dei suoni che, per chi lo conosce, lo caratterizzano. Infatti non si discosta da cerne sue preferenze, tuttavia elabora, unisce e divide ogni volta, affinchè nulla si ripeta.
L’artista non ha mai nascosto la sua predilezione per la new age e l’ambient, per la sonorità delicate, questo però non deve indurre a far pensare che sia banale quanto produce.Per chi ama scossoni a livello di pelle non può sperimentare Psicodreamics, è un ragazzo troppo preso a comunicare con l’intimo per lasciare in superficie il suo messaggio. Niente è lasciato all’esterno, ttuta la sua musica è sempre rivolta all’emozione interiore, uno scopo i arricchimento per sè e per chi ascolta, per dire che la musica è veramente l’elevazione dello spirito. Non conosco la storia del libro che ha ispirato Psicodreamics, ma mi basta ascoltare la sue melodie per rendermi conto che anche in “Azhdark Passion” ritrovo quanto già conosco di lui. In “The Garden of Strange Beings” c’è l’inspirazione legata a Javier Ramos, in arte Alidan (già conosciuto tra le nostre pagine attraverso i suoi cd), ed in “Morning Light” possiamo assaporare l’incantevole voce di Priscilla Hernandez, che chiude l’album lasciando una grande tenerezza dentro di noi. Salva non solo sa arrangiare molto bene le sue musiche ma, avvalendosi di persone esterne, dimostra che non è fine a se stesso, la sua comunicazione la vuole chiara e dall’effetto che realmente desidera. Non gli basta raccontare il suo sogno, la sua fantasia, la sua ispirazione, vuole che l’ascoltatore ne sia partecipe fino in fondo per condividere le emozioni. “Azhdark Passion” è forse l’album più delicato che ha composto, riesce a dare molta quiete nella sua totalità. Ma a me piace andare a scovare le parti nascoste, quelle che dicono di più, il sussurro oscuro che si insinua in uno scintillìo di cristalli elettronici, oppure la tenebra che penetra senza farsi notare... questa è la bravura de Salva Moreno. Certamente riesce a redimere l’intero inferno nel suo immaginario quando giunge al termine del suo lavoro, però prima – quasi da “subdolo” – intrufola pene, tormenti, tentazioni un po’dapertutto... E poi la maestosità degli eventi che riesce a creare, le atmosfere che ci circondano, le nebbie che penetrano e poi si diradano... non è altro che la continua evidenza dell’intimo umano, che si spande nell’infinito toccando il bene e il male, una splendida analisi che tutti dovremmo farci continuamente per far sì che i nostri animi si rendano conto che c’è molto di più della quotidianità. Ottima l’intuizione di concludere con la splendida voce di Priscilla, una canzone che vola sulle ali della melodia, che riempie il cuore di malinconia e di speranza. Sì, perché “Azhdark Passion” ha raconntato, non è stata semplice musica, ed ora “Morning Light” ci porta a guardare oltre, un finale che corona questo musicista spagnolo di un talento maraviglioso, tutto da scorprire a da condividere. Forse ho detto tutto e detto niente fino a questo punto, boh... so solo che Psicodreamics mi sa sempre colpire, la sua apparente semplicità compositiva è in realtà una pienezza di bellezza spirituale, non nel senso religioso, bensì di limpidezza del cuore, mi sa arricchire, non mi fa semplicemente ascoltare, mi sa parlare. La tecnica, l’arrangiamento, le capacità artistiche, tutti mezzi che per me non sono altro che il tocco in ombra di un dono ben più grande, quello di unire il musicista all’ascoltatore in un tutt’uno. Chi non l’ha mai provato con un particolare artista o più di uno? Salva è così: semplice, limpido, espansivo, sognatore... non un utopista, bensì un esploratore di ciò che già esiste e che si deve solo avere il coraggio di riscoprire. “Azhdark Passion”: fate lo sforzo di comprendere quanto ha suscitato in me, e potrete capire il suo contenuto. Il resto, se vorrete, lo “viaggerete” voi stessi
... E’come avere a che fare con dei demoni ricoperti di fiori, se mi permettete la metafora, anche se non rende giustizia all’autore. Egli sa costruire la storia come se la sua musica narrasse con la voce anziché con le note, bravissimo nella scelta e nell’uso dei suoni che, per chi lo conosce, lo caratterizzano. Infatti non si discosta da cerne sue preferenze, tuttavia elabora, unisce e divide ogni volta, affinchè nulla si ripeta.
L’artista non ha mai nascosto la sua predilezione per la new age e l’ambient, per la sonorità delicate, questo però non deve indurre a far pensare che sia banale quanto produce.Per chi ama scossoni a livello di pelle non può sperimentare Psicodreamics, è un ragazzo troppo preso a comunicare con l’intimo per lasciare in superficie il suo messaggio. Niente è lasciato all’esterno, ttuta la sua musica è sempre rivolta all’emozione interiore, uno scopo i arricchimento per sè e per chi ascolta, per dire che la musica è veramente l’elevazione dello spirito. Non conosco la storia del libro che ha ispirato Psicodreamics, ma mi basta ascoltare la sue melodie per rendermi conto che anche in “Azhdark Passion” ritrovo quanto già conosco di lui. In “The Garden of Strange Beings” c’è l’inspirazione legata a Javier Ramos, in arte Alidan (già conosciuto tra le nostre pagine attraverso i suoi cd), ed in “Morning Light” possiamo assaporare l’incantevole voce di Priscilla Hernandez, che chiude l’album lasciando una grande tenerezza dentro di noi. Salva non solo sa arrangiare molto bene le sue musiche ma, avvalendosi di persone esterne, dimostra che non è fine a se stesso, la sua comunicazione la vuole chiara e dall’effetto che realmente desidera. Non gli basta raccontare il suo sogno, la sua fantasia, la sua ispirazione, vuole che l’ascoltatore ne sia partecipe fino in fondo per condividere le emozioni. “Azhdark Passion” è forse l’album più delicato che ha composto, riesce a dare molta quiete nella sua totalità. Ma a me piace andare a scovare le parti nascoste, quelle che dicono di più, il sussurro oscuro che si insinua in uno scintillìo di cristalli elettronici, oppure la tenebra che penetra senza farsi notare... questa è la bravura de Salva Moreno. Certamente riesce a redimere l’intero inferno nel suo immaginario quando giunge al termine del suo lavoro, però prima – quasi da “subdolo” – intrufola pene, tormenti, tentazioni un po’dapertutto... E poi la maestosità degli eventi che riesce a creare, le atmosfere che ci circondano, le nebbie che penetrano e poi si diradano... non è altro che la continua evidenza dell’intimo umano, che si spande nell’infinito toccando il bene e il male, una splendida analisi che tutti dovremmo farci continuamente per far sì che i nostri animi si rendano conto che c’è molto di più della quotidianità. Ottima l’intuizione di concludere con la splendida voce di Priscilla, una canzone che vola sulle ali della melodia, che riempie il cuore di malinconia e di speranza. Sì, perché “Azhdark Passion” ha raconntato, non è stata semplice musica, ed ora “Morning Light” ci porta a guardare oltre, un finale che corona questo musicista spagnolo di un talento maraviglioso, tutto da scorprire a da condividere. Forse ho detto tutto e detto niente fino a questo punto, boh... so solo che Psicodreamics mi sa sempre colpire, la sua apparente semplicità compositiva è in realtà una pienezza di bellezza spirituale, non nel senso religioso, bensì di limpidezza del cuore, mi sa arricchire, non mi fa semplicemente ascoltare, mi sa parlare. La tecnica, l’arrangiamento, le capacità artistiche, tutti mezzi che per me non sono altro che il tocco in ombra di un dono ben più grande, quello di unire il musicista all’ascoltatore in un tutt’uno. Chi non l’ha mai provato con un particolare artista o più di uno? Salva è così: semplice, limpido, espansivo, sognatore... non un utopista, bensì un esploratore di ciò che già esiste e che si deve solo avere il coraggio di riscoprire. “Azhdark Passion”: fate lo sforzo di comprendere quanto ha suscitato in me, e potrete capire il suo contenuto. Il resto, se vorrete, lo “viaggerete” voi stessi